Robert Doisneau. Tutto in aprile

Quando morì nell’aprile del 1994, Robert Doisneau, lasciò circa 450.000 negativi che raccontano la storia della sua epoca con un divertimento tenero e benevolo che non deve tuttavia mascherare la profondità della sua riflessione, la vera insolenza di fronte al potere e all’autorità e l’irriducibile spirito di indipendenza.

Nel 1984-1985, Robert Doisneau (14 Aprile1912-1 Aprile 1994) prese parte all’ avventura della Datar Photographic Mission. Utilizzando una macchina fotografica formato 6 x 7 e lavorando per la prima volta a colori, il fotografo ruppe con le sue abitudini per esplorare ancora una volta la periferia parigina, il suo territorio d’elezione. Queste immagini inedite sorprendono per la loro prospettiva visiva, venata di ironia e disincanto, sugli eccessi urbani degli anni Ottanta.

L’autore del libro, Claude Eveno, è un regista, urbanista e scrittore. Ha fondato e diretto la rivista Cahiers du centre de création industrielle al Centre Pompidou. Ha insegnato presso il Dipartimento di Urbanistica dell’Università di Parigi VIII e presso la Scuola nazionale di natura e paesaggio di Blois. È stato anche consulente di programma per France-Culture e direttore degli studi presso la Scuola nazionale di creazione industriale. È autore di numerose opere (alcune delle quali pubblicate da Christian Bourgois, tra cui: Revoir Paris (2017), L’Humeur paysagère (2015).

Il libro

La banlieue en couleur è stato un libro atteso con impazienza da tutti coloro che conoscono e amano Robert Doisneau.  Per chiunque abbia vissuto nei quartieri operai, Robert Doisneau è un po’ come uno di famiglia. Questo libro sulle opere di Robert Doisneau degli anni ’80 è stato un libro inaspettato perché include solo foto a colori, nonostante il fotografo abbia raramente utilizzato questo procedimento. Tuttavia, è negli anni 84 e 85 che vennero scattate queste foto, quando lo Stato, attraverso la delega di pianificazione territoriale, avviò un’importante campagna fotografica sul paesaggio (la missione fotografica DATAR). È la ricchezza del paesaggio che la Datar (delegazione per la pianificazione e l’azione territoriale) ha voluto esplorare chiedendo a una trentina di fotografi di fotografare un’area e dando loro carta bianca per sceglierla. Robert Doisneau approfittò di questa libertà per tornare nelle periferie e fotografarle a colori. Soprattutto, scelse di tornare nei luoghi che aveva esplorato quarant’anni prima (nel dopoguerra), luoghi abitati per Doisneau dalla gioia di vivere; e poi, per andare oltre, rifotografare i suoi quartieri degli anni ’80. Lì nota soprattutto una sorta di inabitabilità dei territori e, pur comprendendo il valore estetico dell’architettura contemporanea (che il colore può amplificare), non può che fotografare strade vuote.

 

 

 

 

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